Far crescere lo spirito imprenditoriale tra i collaboratori

Spesso mi sento dire: quanto vorrei poter essere libero di agire, proporre, cambiare, però il mio “capo” non mi capisce o, peggio, non mi scolta.

Per un’imprenditore non è così semplice come si pensa saper ascoltare o cogliere queste esigenze: spesso manca cultura, voglia di rimettersi in gioco, stimoli, una visione della strada futura, oltre che capacità che non gli sono spesso comuni come empatia e pazienza.

Se l’imprenditore coglie i desideri e le necessità delle persone che vivono l’azienda e capisce che loro sono il bene più grande che si possa avere, può far evolvere velocemente l’azienda con il processo di innovazione.

Una valutazione va fatta anche per le persone che ottengono le opportunità attese: non sempre sono così facili da attuare come si crede una volta ottenute. Oltre il desiderarle, bisogna anche riuscire a mettere in pratica gli intenti, e spesso c’è la necessità di avere un supporto, chiedendo aiuto ad un collega, ad un mentore o facendo formazione.

Contrariamente, può verificarsi che l’imprenditore sia già proteso all’evoluzione innovativa, ma sono le persone a non essere pronte o non voler cambiare.

In questa situazione l’imprenditore dovrà usare tutte le risorse necessarie per rendere le risorse umane più proattive, curiose e aperte al cambiamento, in modo che possano contribuire attivamente e costantemente al cambiamento aziendale.

Stimolare la vena imprenditoriale all’interno dell’impresa, cioè valorizzare lo spirito d’iniziativa dei collaboratori propensi al rinnovamento strategico, all’utilizzo e alla creazione di innovazione deve essere per l’imprenditore l’obiettivo primario per riuscire ad attuare la propria strategia di trasformazione.

A tal fine, occorre individuare i dipendenti che presentano già queste caratteristiche ed accelerarli e, successivamente, provvedere a formare opportunamente gli altri.