Pianifichiamo per l’Incertezza


Ogniqualvolta sono in un meeting con i miei collaboratori e si deve prendere una decisione, lo sguardo si rivolge sempre verso di me. Certo proposte ed iniziative non mancano, i miei collaboratori sono super, ma si aspettano sempre di ricevere un’approvazione. E’ vero, sono il capo, che mi piaccia o meno questa distinzione, però diffondo continuamente la libertà di decisione ed azione, ho sempre stimolato tutti i miei collaboratori a farne uso senza timori, ma questo rimane comunque per loro sempre difficile da mettere in pratica.

In questo mondo in rapido mutamento, però, ciascuno di noi deve agire, sperimentare, sbagliare, riprovare, ma non può muoversi solo di istinto, ci deve essere una strategia ed una pianificazione, e ciò risulta difficile quando si ha a che fare con l’incertezza.

Per questo dobbiamo pianificare per l’incertezza, che significa accettare l’incertezza. Abbracciare l’incertezza è rinunciare all’atteggiamento di sicurezza che spesso vince nelle discussioni, mette la parola fine ai dibattiti e impedisce alle organizzazioni di creare nuove informazioni generate dalla condivisione.

Anziché sopprimere o fare resistenza all’incertezza e al disagio dei cambiamenti, dobbiamo lasciarci guidare di più dall’apprendere cosa vogliono i nostri clienti ed attivarci per proporre nuove soluzioni, cambiare i nostri processi, essere più agili e rafforzare la nostra convinzione dell’enorme potenziale inesplorato che ha ciascuno di noi, senza timori nell’esibirlo.

Per navigare in questo cambiamento è necessario che persone, team e organizzazioni raggiungano una fiducia e una trasparenza sufficienti per parlare onestamente di quello che per loro funziona, di quello che non funziona e del perché.

E’ difficile, difficilissimo, e gli sforzi devono essere tutti rivolti a questo scopo. Quando impariamo ad essere diretti nei feedback e focalizziamo ogni nostra energia nella soddisfazione del cliente, il raggiungimento dell’obiettivo aziendale è alla portata di tutti. Certo, è essenziale che quest’ultimo sia condiviso con tutta l’organizzazione, deve essere chiaro e ben formulato.

Per questo, un’organizzazione pronta al cambiamento si deve muovere con una pianificazione elastica, abile nel mutare in ogni momento, all’occorrenza, senza che si creino sovraccarichi (MURI in giapponese) o irregolarità (MURA in giapponese). Ciò non vuol dire che si naviga a vista, al contrario, che si è raggiunti una tale sincronia tra le persone ed i processi, che ogni scossone può essere normalmente gestito, senza tensioni, stalli e stress.

Se abbiamo chiaro il Perché facciamo il nostro lavoro, ci impegniamo a metterci in discussione continuamente su Come e Cosa possiamo fare per cambiare i nostri metodi e processi per la completa soddisfazione del cliente, allora siamo certi che potremo affrontare con entusiasmo ogni sfida, perché sarà un esercizio per migliorarci continuamente e da ogni errore impareremo come essere ancora più forti.