Non mollare … mai!

L’agosto scorso, con il primo giorno di vacanza, mi sono preso una forte storta alla caviglia.

Ad ogni passo avvertivo dolore. Di correre non ne parliamo. Però, essendo l’inizio delle vacanze, un po’ per non perdere tempo in visite e riabilitazioni, un po’ per avere una scusa al riposo forzato, sono stato completamente inattivo. Solo aperitivi, pranzi e cene, dormire.

Trascorse le vacanze, il dolore rimaneva sempre lo stesso e nella mente mi convincevo che, dopo un lungo periodo di tante sfide intense (più di un anno tra sede nuova ed ingresso nella holding), il mio fisico meritava ancora riposo. Perciò non andai a farmi alcuna visita e pensai che dovevo semplicemente attendere che passasse.

Del resto, alzarsi alle 5 di mattina per uscire a correre con il buio ed il freddo richiede abbastanza determinazione e l’arrivo dell’autunno non è di certo stimolante. Dopo un mese ho provato a fare degli esercizi in casa. Ma con pochi risultati soddisfacenti. Mi annoiavo e non trovavo lo stimolo ad alzarmi ed applicarmi.

Il tempo scorreva e l’inattività continuava. Ma con essa anche l’energia calava. Mente offuscata. Fisico lento. Mangiate abbondanti. Muscoli indolenziti. Contratture qua e là. Non mi sentivo bene. Mancavo di reattività e lucidità. E non me lo posso permettere! Non lo voglio. Non mi piace.

Ho imparato nel tempo a conoscermi, a capire quali sono le mie energie e a coltivarle. Ho bisogno di tutto per essere attivo, grintoso e scattante. Amore, Amici, Squadra, Mangiare, Dormire e … Correre. Lo sport che riesco meglio a praticare è la corsa. Mi richiede un giusto tempo. Mi da flessibilità. Mi aiuta nel corpo e nella mente.

Ma torniamo alla mia storia. Un giorno, parlo di oltre 5 mesi dal fattaccio, sento la necessità di uscire dall’azienda ed andare a casa a metà pomeriggio, tanto ero stanco. Ed è stato in quel momento che mi sono detto: adesso basta!

Sono andato da un fisioterapista. La caviglia è a posto mi dice, un po’ rigida, ma non noto nulla. Ma continuavo a sentire dolore. Attendo qualche settimana e vado da un altro. Stessa diagnosi. Vado da un terzo. Da un quarto. E da un quinto. Tutti mi dicevano che la caviglia aveva mobilità, teneva bene e non notavano nulla che mi precludesse di tornare a correre. Ma a me faceva male anche camminare! Le cinque visite le ho fatte in circa tre mesi. Erano trascorsi 8 mesi dall’infortunio. Camminavo e sentivo sempre il solito dolore. Alcuni giorni zoppicavo. Alcuni giorni migliorava.

Che fare? Il dolore lo so riconoscere a anche sopportare. Mi ero già storto le caviglie, diverse volte, sapevo cosa accadeva e come comportarmi. Ma questa volta era diverso. Solo troppo troppo tardi ho capito che era stata una frattura e l’avrei dovuta curare bene, ma la negligenza è stata troppa. Del resto, dagli errori si impara e come! … anche se ci sono volte che si pagano cari.

Comunque, ormai il bisogno di trovare energie era diventato una necessità immediata. Non potevo più attendere. Ho ripreso a correre. Che male! La caviglia mi attanagliava. Correvo zoppo. Mi vergognavo anche. Ma ho continuato. Il giorno successivo male ovunque.

Dopo un paio di giorni ho riprovato. Male ancora, ma avanti. Mi convincevo dicendomi che dovevo sopportare. E così le volte successive. Ho imparato a conviverci. Ogni altro giorno affrontavo la corsa con maggior coraggio. Ho allungato la corsa. Sono tornato tra i boschi, nei viottoli dove una storta alla caviglia è un attimo subirla. Il dolore sempre li pronto a farsi sentire, ma la sensazione dello stare bene con la mente e con il corpo è un qualcosa che vale sia l’impegno, sia la fatica, sia il rischio.

Ad oggi non è ancora passato, ma ho trovato l’energia che mi mancava. Il dolore è scomparso? Certamente no! È sopportabile? Abbastanza. E questo mi da la forza per continuare. Perché, ciò che ho imparato, è che la soddisfazione di vincere delle sfide è un appagamento enorme rispetto allo sforzo che si deve compiere per raggiungerle.

Siamo arrivati alla fine di questo lungo racconto, ma ci tenevo a trasmetterti cosa mi ha insegnato questa esperienza: non bisogna mollare … mai! Anche quando le sfide sembrano impossibili, bisogna saper resistere, soffrire, essere focalizzati sull’obiettivo e raccogliere ogni energia possibile per passare l’ostacolo.

E per concludere ti lascio con un altro insegnamento. Non perdere mai di vista il tuo Perché e gli obiettivi fissati. Se questi sono sempre ben presenti nella tua mente, allo stesso tempo anche le risorse necessarie per raggiungerli ti sarà abbastanza facile delinearle. E quindi, anche se richiede fatica, ogni tanto fermati, ripensa al Perché ogni giorno fai quello che fai. Ripensa a quali sono i tuoi obiettivi sfidanti. Elenca ciò che ti serve. Trova le soluzioni per smarcare una ad una le difficoltà che incontri e raccoglierai i frutti dei tanti sforzi compiuti. Dai adesso, vai, corri, sii audace, nessuno ti può fermare 💪🏻