Emergenza continua, è la nuova normalità

Quando le persone vengono nella nostra azienda ci dicono di ricevere energia, positività, dinamicità, entusiasmo, una profonda boccata di ossigeno (e non hanno ancora visto la nuova sede 😍).

Quando chiedo ai miei collaboratori, come va? Mi rispondono parlandomi di problemi, ansia, stress e malumori.

Cosa non funziona?

Una breve premessa. In questi ultimi anni ricchi di cambiamenti, mi sono concentrato sul definire il mio scopo di vita, il perché ogni giorno faccio quello che faccio, e l’ho trovato: desidero fare del bene per le persone. Ti stai chiedendo cosa intendo? Cosa c’entra? Non mi voglio dilungare ora su questo, ma te lo anticipo solo per farti capire quello che poi segue.  Far del bene per me è sostenere, consigliare, confrontarmi, diffondere idee, assumermi rischi, affrontare nuove sfide … insomma interagire con le persone per aiutarle a non fare gli errori che ho già fatto io. Non ho soluzioni, non ne sono all’altezza, ma posso essere un buon punto di confronto, con i miei pregi e difetti.

In questo blog parlo delle mie esperienze professionali, perciò le persone alle quali mi riferisco per fare del bene, sono i collaboratori, i clienti, i fornitori e tutti gli stakeholder che gravitano attorno alla nostra organizzazione.

Ritornando al mio quesito, se voglio fare del bene per le persone, ed i miei collaboratori non sprizzano di entusiasmo quando chiedo loro come va, cosa sto sbagliando? Facciamo tante cose in azienda, abbiamo un buon piano welfare, c’è libertà di pensare, possibilità di proporre ed agire, c’è autonomia, un ambiente stimolante, team interfunzionali, formazione, sperimentazione … ma tutto questo non è sufficiente.

Su questi aspetti ci sto lavorando da veramente tanto tempo, mi confronto spesso con i miei collaboratori e chiedo consigli alle persone quando ne ho occasione.

Penso di aver capito su cosa mi devo impegnare.

Ciò che influenza il quotidiano in azienda è che

l’emergenza è diventata la nuova normalità

Ti spiego meglio. Quando avviamo un progetto, una commessa di produzione, una qualsiasi attività, l’obiettivo comune del team è raggiungere il risultato, soddisfare le attese del cliente. Per far questo, si avvia una corsa contro il tempo che preclude una componente fondamentale in questa nuova economia: il tempo per confrontarsi, provare e sbagliare.

Però, come ho scritto sopra, l’emergenza è diventata la nuova normalità. Cosa significa? Che non serve a nulla lamentarsi, dobbiamo capire che il mondo è cambiato, tutto è più veloce, vogliamo tutto subito. E quindi?

Quindi abbiamo due possibilità: lamentarci continuamente, correre ai ripari e sperare che tutto torni come prima (sai già che non è la strada che percorro io). Oppure, affrontare le nuove sfide, agendo su ciò che si può sempre migliorare: sui processi.

Si si, hai capito bene. Buona parte delle tensioni, delle incomprensioni e della mancanza di sincronizzazione è dovuta alla debolezza dei processi. Le persone discutono, sentono lo stress addosso e si sentono sfiduciate dal collega, non per mancanza di empatia o di feeling, ma perché non si migliorano continuamente i processi in atto.

Il continuo cambiamento necessita il rimettere in discussione ogni regola o procedura, annullare la consuetudine, smuovere lo status quo. Non è per nulla facile, dovremo allinearci, fare formazione, capire, provare e sbagliare.

Dobbiamo collaborare sodo per raggiungere un ritmo veloce che soddisfi le esigenze della nuova normalità, ma ce la possiamo fare! Ce la facciamo! Ho una squadra forte, la sfida è ardua, ma raggiungibile.